Paura di amare

Paura di amare


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La paura di amare è un disturbo dell’affettività. Le persone che ne soffrono vivono l’amore, che dovrebbe rendere una persona felice, come un incubo.

Nelle persone che hanno paura di amare si sviluppa una vera e propria fobia nei confronti dell’amore. Così come verso ogni incontro, relazione dove possa nascere un innamoramento, un rapporto sentimentale.

Quando la persona si trova in una di queste situazioni si agita, può presentare tachicardia, sudorazione eccessiva, ansia, vera e propria angoscia, ecc..

La persona si rende conto che le sue reazioni sono eccessive, ma non riesce a contrastarle. L’unico modo per sottrarsi a queste sensazioni spiacevoli è l’evitamento delle situazioni, delle persone che potrebbero portarlo a innamorarsi.

Vi può così essere un approccio superficiale, vivendo più storie senza impegnarsi in nessuna o lasciarsi andare veramente. Altre volte il soggetto può iniziare una relazione facendo in modo di gestirla senza troppo coinvolgimento, ma appena sente che il partner prova un sentimento si allontana troncando ogni rapporto. Vi sono casi in cui vi è anche un rifiuto della relazione perchè spaventati dal rapporto sessuale, perchè si ha un rapporto negativo, di non accettazione con il proprio corpo. In altri casi, all’opposto, l’incontro con l’altro sesso può essere solo qualcosa di fisico, che non prevede coinvolgimento emotivo.

La persona che ha paura di amare teme le relazioni amorose perchè le sente come una minaccia, un rischio. In esse avverte il pericolo di diventare vulnerabile, di mostrare la propria parte fragile. Questo significherebbe perdere il controllo. Alla base vi è il timore di soffrire. La paura di essere lasciati, di essere feriti, abbandonati.

Il soggetto non vuole amare per paura di soffrire, ma in realtà si condanna a una vita di sofferenza e solitudine.

Per superare la paura di amare è possibile iniziare un percorso terapeutico con la dottoressa Pappalardo. Tale percorso è volto ad aiutare la persona a prendere consapevolezza delle proprie paure per affrontarle e superarle. Nella terapia la persona diventa più forte. Si apre alla possibilità di lasciarsi andare di nuovo, ma un po’ alla volta. Si da la possibilità di aprirsi a nuovi incontri chiarendo a se stesso cosa desidera veramente in un rapporto.

In questo modo la persona diventa più consapevole e capace di reagire a sentimenti non corrisposti o delusioni amorose. Si rende conto che il vero amore è l'amore verso di sè.
Solo amandosi si può amare gli altri e dare spazio all'amore degli altri.

Paura del buio

Paura del buio


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La paura del buio viene manifestata dai bambini, ma anche dagli adulti.

La paura del buio è legata all’angoscia che si prova pensando a quello che potrebbe accadere nell’oscurità. Si immaginano aggressioni, rapimenti, situazioni violente, ecc..

Tale paura riguarda tutti i tipi di ambiente dove vi sia buio, non solo esterni o sconosciuti, ma anche familiari come la propria casa e la  propria camera da letto.

Questa paura può diventare una fobia. In tale caso di fronte al buio il soggetto manifesta  sudorazione eccessiva, battito cardiaco accelerato, nausea, difficoltà a respirare, parlare o pensare, sensazione di svenire, angoscia, paura di morire. I bambini possono reagire con pianti disperati, incubi, difficoltà ad addormentarsi, insonnia.

Nel caso dei bambini, la paura del buio si sviluppa per diverse motivazioni. Il bambino sta attraversando un momento particolare della crescita, ha vissuto, direttamente o indirettamente, un evento traumatico, può essere stato esposto a programmi vietati ai minori.

Per aiutarlo non è opportuno obbligarlo a stare al buio, facendolo soffrire e precipitandolo nell’angoscia. Il genitore deve sostenerlo cercando di incoraggiarlo, accettando di stare un po’ con lui nella camera finchè non si addormenta, mettendogli una lucina sul comodino, raccontandogli storie dove i personaggi vincono il buio, ecc.. Se tale disagio si prolunga nel tempo è bene valutare di iniziare un percorso psicologico. Attraverso un sostegno psicologico al bambino, insieme a dei colloqui con i genitori, egli potrà superare la paura del buio. Si capirà quali saranno le motivazioni nascoste. In questo modo il bambino verrà stimolato ad utilizzare le proprie risorse per reagire e contrastare le proprie paure.

Nel caso degli adulti vi è la consapevolezza che le proprie paure sono eccessive, ma nonostante ciò il soggetto non riesce a farvi fronte.

Anche l’adulto, se si rende conto che tali sintomi si prolungano nel tempo e diventano sempre più invalidanti per la propria vita, può rivolgersi a uno psicologo. Attraverso un supporto psicologico potrà fare un lavoro su se stesso per capire quali sono le vere motivazioni legate alla propria fobia. Alle spalle vi può essere un trauma del passato che si è riattivato in seguito ad eventi particolari. Oppure può  aver subito di recente un’aggressione , una violenza o stare vivendo un momento difficile della propria vita.

Il terapeuta aiuterà il soggetto a prendere contatto con i propri vissuti, per affrontare le angosce senza esserne più sopraffatto. Sparira' così il fantasma del buio.

Paura del futuro

Paura del futuro


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Ciascuno di noi, nel corso della propria vita, ha manifestato almeno una volta paura del futuro. Ciò è anche motivato dal fatto che viviamo in un periodo di incertezze e precarietà economiche, politiche e sociali.

La paura del futuro diventa però un disturbo psicologico quando è invalidante per il soggetto. Egli manifesta infatti un’ansia profonda per ogni evento che riguarda se stesso o anche un familiare.

L’angoscia può culminare in veri e propri attacchi di panico.

Il timore per quello che potrà accadere in ambito lavorativo, scolastico, sentimentale, familiare, ecc. diventa un pensiero ossessivo. Il soggetto vi dedica la maggior parte del proprio tempo nel corso della giornata. Non riesce a pensare ad altro. Non riesce ad attuare progetti perchè assalito da mille dubbi. In altre parole, non riesce a vivere il presente.

In tali casi è bene rivolgersi ad uno psicoterapueta per intraprendere un lavoro su stessI.

Attraverso il sostegno e il supporto del terapeuta il soggetto comprende quali sono le motivazioni che lo portano ad avere paura del futuro. Essa può essere legata ad un’esperienza familiare che ha turbato particolarmente il soggetto nel suo passato o di recente. Oppure egli può essere angosciato dalla perdita del controllo perchè ha subito accadimenti traumatici improvvisi. In altri casi, alla base vi è una predisposizione caratteriale acuitasi di fronte all’emergere di compiti impegnativi nella sfera privata o professionale.

La consapevolezza delle proprie paure va di pari passo con l’attivazione delle risorse personali per farvi fronte.

Attraverso un percorso terapeutico il soggetto ridimensiona le proprie paure. Diventa soggetto attivo della sua vita, senza più viversi come passivo di fronte agli eventi. Reagisce di fronte all’immobilità di cui è prigioniero. Si rende conto che nella vita ci possono sempre essere dei rischi, ma non per questo rinuncia a vivere.

Abbi fiducia in te e guarda al tuo oggi con serenità.

Non riesco a dormire

Non riesco a dormire


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“Non riesco a dormire…chiudo gli occhi, ma la mia mente continua a pensare e pensare…sono le tre di notte…tra poco dovrò svegliarmi, andare al lavoro, affrontare la giornata…come faccio…sono giorni…notti che vado avanti così…i miei occhi fissano quelle lancette…come vorrei riuscire a chiuderli e dormire…

I disturbi del sonno sono molto diffusi. Possono presentarsi in forma lieve o importante. In quest’ultimo caso rappresentano un problema invalidante per la vita quotidiana. La deprivazione di sonno comporta infatti  senso di stanchezza, difficoltà a concentrarsi, nervosismo, tendenza a perdere facilmente la pazienza. Ciò ha evidenti ripercussioni sulla salute, sulla gestione dell’attività professionale, della vita familiare e sociale.

Perchè non riesco a dormire? E’ fondamentale cercare di capirne le cause. Possono essere infatti implicati più fattori che agiscono contemporaneamente.

·         L’alimentazione: assumere cibi ricchi di grassi e zuccheri nella giornata o poco prima di andare a letto.

·         Bevande stimolanti come caffè, the, alcolici.

·         Lo stile di vita. Essere sedentari e non praticare attività fisica  porta a consumare poche energie nella giornata.

·         Una predisposizione genetica.

·         Disturbi a carico dell’organismo come ernia iatale e reflusso gastrico.

·         Fattori ormonali. Ad esempio l’insonnia può essere uno dei sintomi che compaiono nelle donne sopra i 40 anni quando entrano in menopausa.

·         Problemi psicologici come ansia e depressione.

Una volta comprese le cause del “perchè non riesco a dormire” è possibile attivarsi su più fronti per affrontarle.

Diviene quindi fondamentale condurre uno stile di vita adeguato, con una dieta varia ed equilibrata e praticare regolarmente un’ attività fisica. E’ poi importante che la persona cerchi di rilassarsi. Ognuno può individuare, in base ai suoi gusti e alle sue inclinazioni come distendere, nella giornata o prima di dormire, il corpo e la mente. Per allontanare le tensioni quotidiane si può così ricorrere a un bagno caldo, tisane, yoga, una musica dolce, una tazza di latte caldo, ecc.. Esistono poi integratori a base di melatonina che possono essere consigliati dal farmacista.

Se tuttavia questi accorgimenti non sono sufficienti è necessario fare delle indagini mirate rivolgendosi al proprio medico.

In caso di ansia generalizzata e depressione è bene rivolgersi ad uno psichiatra che può prescrivere i farmaci necessari in relazione ai disturbi e alla storia clinica del paziente. Accanto ai farmaci è bene avvalersi di un sostegno psicologico che potrà essere più o meno duraturo a seconda del disagio presentato dalla persona. Attraverso un percorso terapeutico il soggetto può infatti affrontare le proprie preoccupazioni, i pensieri fissi, che gli impediscono di riposare. Alcune persone tendono a negare i problemi. "Va tutto bene". Ma non è così. Di notte la mente non lascia scampo e impone all’individuo di stare sveglio perchè, quando tutto tace, i problemi affiorano nella testa.

Affrontando le ansie, ridimensionando le preoccupazioni l’individuo viene sostenuto dal terapeuta per attivare le risorse personali per affrontare la propria vita serenamente.

L’incubo “non riesco a dormire”, si può così superare tornando ad avere uno stile di vita regolare di giorno e di notte.

 

Disturbo ossessivo compulsivo

Disturbo ossessivo compulsivo


 

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Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da ossessioni e compulsioni che interferiscono con le attività lavorative, scolastiche e sociali della persona. Nei casi più gravi impediscono al soggetto di avere una vita normale.

 Le ossessioni sono dei pensieri, delle immagini, ricorrenti e persistenti che assillano la mente dell’individuo. Esse causano ansia, disagio e senso di colpa. Il contenuto di tali ossessioni riguarda diversi ambiti. Il soggetto può essere ossessionato dall’idea di entrare in contatto con germi, ambienti sporchi, avere dubbi sulla fedeltà del proprio partner, sul proprio orientamento sessuale. Vi può essere la paura di causare danni alla salute propria e dei familiari, di provocare delle catastrofi in ambito lavorativo. Oppure si teme di perdere il controllo, di diventare violenti, di commettere atti osceni e perversi.

Le compulsioni sono dei comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, pulire, ecc.) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere parole nella mente, ecc.) che la persona non può fare a meno di compiere secondo schemi estremamente rigidi.

Nella maggior parte dei casi ossessioni e compulsioni sono entrambe presenti. Più raramente il soggetto presenta solo ossessioni o solo compulsioni.

Il disturbo ossessivo compulsivo può riguardare sia bambini che adulti. Nella maggior parte dei casi si presenta in età giovanile, tra i 15 e i 25 anni d’età.

Il soggetto, pur essendo consapevole che le ossessioni e le compulsioni sono irrazionali, non riesce a liberarsene.

L’ambiente familiare ha un’influenza importante nel portare un individuo a sviluppare tale disturbo. Il soggetto che ne soffre ha ricevuto spesso un’educazione rigida e severa. Oppure è stato responsabilizzato precocemente ed eccessivamente. In altri casi, nella famiglia è presente una persona con un disturbo ossessivo compulsivo. Essa ha avuto con il soggetto un’interazione significativa fin da quando era bambino trasmettendogli, inconsapevolmente, le proprie ansie e angosce.

Il disturbo ossessivo compulsivo tende a cronicizzare. Pertanto non deve essere sottovalutato ma richiede un intervento  in cui vi sia una psicoterapia associata, nei casi più gravi, a un trattamento farmacologico a cura di uno psichiatra.

Esistono differenti approcci di psicoterapia. Il soggetto deve individuare quello che ritiene più vicino al suo modo di essere.

Nella terapia condotta dalla dottoressa Pappalardo il paziente viene stimolato a riflettere sulle situazioni familiari che lo hanno portato a sviluppare  questo disturbo. Ciò non significa colpevolizzare i familiari perchè non era certo loro intenzione scatenare tale disagio. Riflettere sull’origine è però il primo passo. Il soggetto viene stimolato a comprendere i meccanismi interni che egli attua quotidianamente in modo dannoso per sè e per i propri cari. Infatti, chi vive accanto ad una persona con un disturbo ossessivo compulsivo si trova obbligato ad assecondare i suoi rituali e le sue ossessioni.

Nella terapia si lavora poi sulla quotidianità per aiutare il soggetto ad affrontare ansie e angosce.

In questo modo egli sente di non essere solo, ma sostenuto per contrastare, ridurre e attenuare le proprie ossessioni e compulsioni.