RESILIENZA
COVID-19 - ESSERE RESILIENTI
Resilienza deriva dal latino "resilire" e significa "rimbalzare, saltare indietro". Definisce la capacità di un materiale di resistere a un urto, assorbendo l'energia che può essere rilasciata dopo l'impatto.
Tale termine viene utilizzato in ambito psicologico per definire la capacità di affrontare e superare situazioni traumatiche.
Oggi mentre attraversiamo l'emergenza internazionale Covid-19 ognuno di noi è chiamato a declinare la propria resilienza, in misura differente a seconda degli "urti" che sta ricevendo.
Per migliaia di persone si tratta di affrontare situazioni gravi e gravissime, c'è chi lotta tra la vita e la morte e chi, purtroppo non ce l'ha fatta. A loro e ai loro cari va tutta la nostra vicinanza.
Tante altre persone, più fortunate, non sono in pericolo di vita, ma si trovano a dover rimodulare completamente i propri stili e ritmi di vita.
C'è chi deve far fronte alla perdita o alla drastica riduzione del lavoro, chi, la maggior parte, non può uscire di casa per ridurre il rischio di contagio per sè e per gli altri.
Vivere con una forte limitazione della libertà personale rappresenta una dimensione sconosciuta per i più nel mondo occidentale. Questo ci pone di fronte a un impatto violento. Qualcosa che davamo per scontato e del cui valore non ci rendevamo conto, è scomparso.
Ci si trova così a passare tantissime ore a stretto contatto con i familiari. Si riscopre il valore e la voglia di stare insieme, ma possono anche emergere o acuirsi situazioni conflittuali e di incomunicabilità.
Essere resilienti oggi non può voler dire essere invincibili, non avere paura. Ognuno di noi ha paura e si chiede quando tutto questo finirà.
Chi è resiliente non è colui che non si arrabbia mai, che non urla, che non piange o che non si dispera.
Chi è resiliente si arrabbia con i propri cari, ma dopo riesce a rendersi conto "perchè" e "in cosa" ha esagerato. Cerca di riflettere e trovare un confronto con il proprio familiare per considerare e gestire le reciproche mancanze.
Chi è resiliente urla, ma capisce che le urla non comunicano, aggrediscono e cerca allora di gestire la propria rabbia.
Chi è resiliente a volte piange e si dispera, ma dopo si asciuga le lacrime, si sciacqua il viso e si guarda allo specchio. Scruta il suo volto, gli occhi ancora rossi e lucidi. Dove sono Io? Sono qui, oltre queste lacrime è possibile ancora sorridere. Ecco, quel timido sorriso comparire.
Chi è resiliente ha assorbito l'energia traumatica del colpo, ma è ora in grado di rilasciarla.
In che modo?
Attraverso una forza che è divenuta in lui più grande, che lo porta a stupirsi di se stesso perchè quello che ieri appariva insormontabile oggi...lo sta affrontando.
Tale termine viene utilizzato in ambito psicologico per definire la capacità di affrontare e superare situazioni traumatiche.
Oggi mentre attraversiamo l'emergenza internazionale Covid-19 ognuno di noi è chiamato a declinare la propria resilienza, in misura differente a seconda degli "urti" che sta ricevendo.
Per migliaia di persone si tratta di affrontare situazioni gravi e gravissime, c'è chi lotta tra la vita e la morte e chi, purtroppo non ce l'ha fatta. A loro e ai loro cari va tutta la nostra vicinanza.
Tante altre persone, più fortunate, non sono in pericolo di vita, ma si trovano a dover rimodulare completamente i propri stili e ritmi di vita.
C'è chi deve far fronte alla perdita o alla drastica riduzione del lavoro, chi, la maggior parte, non può uscire di casa per ridurre il rischio di contagio per sè e per gli altri.
Vivere con una forte limitazione della libertà personale rappresenta una dimensione sconosciuta per i più nel mondo occidentale. Questo ci pone di fronte a un impatto violento. Qualcosa che davamo per scontato e del cui valore non ci rendevamo conto, è scomparso.
Ci si trova così a passare tantissime ore a stretto contatto con i familiari. Si riscopre il valore e la voglia di stare insieme, ma possono anche emergere o acuirsi situazioni conflittuali e di incomunicabilità.
Essere resilienti oggi non può voler dire essere invincibili, non avere paura. Ognuno di noi ha paura e si chiede quando tutto questo finirà.
Chi è resiliente non è colui che non si arrabbia mai, che non urla, che non piange o che non si dispera.
Chi è resiliente si arrabbia con i propri cari, ma dopo riesce a rendersi conto "perchè" e "in cosa" ha esagerato. Cerca di riflettere e trovare un confronto con il proprio familiare per considerare e gestire le reciproche mancanze.
Chi è resiliente urla, ma capisce che le urla non comunicano, aggrediscono e cerca allora di gestire la propria rabbia.
Chi è resiliente a volte piange e si dispera, ma dopo si asciuga le lacrime, si sciacqua il viso e si guarda allo specchio. Scruta il suo volto, gli occhi ancora rossi e lucidi. Dove sono Io? Sono qui, oltre queste lacrime è possibile ancora sorridere. Ecco, quel timido sorriso comparire.
Chi è resiliente ha assorbito l'energia traumatica del colpo, ma è ora in grado di rilasciarla.
In che modo?
Attraverso una forza che è divenuta in lui più grande, che lo porta a stupirsi di se stesso perchè quello che ieri appariva insormontabile oggi...lo sta affrontando.